Il portiere ha intervistato Andrea Zaccagno portiere della F.c. Pro Vercelli!
Ciao Andrea, parlaci un po’ di te.
Ciao, sono nato a Padova e sono cresciuto a Casalserugo, un piccolo paese appena fuori, dove tutt’ora vive la mia famiglia. Oltre al calcio le mie passioni principali sono il tennis, il basket e il football americano oltre ovviamente alla solita x-box.
Quando hai indossato per la prima volta i guantoni?
Inizialmente, quando ero ancora ai primi calci, facevo il difensore, non so bene per quanto tempo ho continuato visto che dopo poco mi sono trovato in porta vista la quantità esorbitante di falli che facevo (ride ndr). A parte gli scherzi, è iniziato tutto durante il torneo di Maserà quando più per necessità che per voglia sono entrato in porta. Da quel momento non ne sono più uscito. Anche se ammetto che molte volte ho pensato di cambiare ruolo.
Provieni dai settori giovanili di Padova e Torino, quanto sono state importanti per te queste esperienze?
A Padova ho passato la maggior parte della mia “carriera” se si può definire così. Qui ho avuto importanti insegnamenti sia dal punto di vista caratteriale che tecnico, ovviamente è qui che ho messo le basi della mia crescita. Gli ultimi due anni a Torino, sono stati fondamentali perché hanno favorito il mio passaggio da ragazzo a uomo. Qui ho imparato cosa vuol dire veramente giocare a calcio e fare parte di una azione di gioco. Devo moltissimo a questa società per avermi plasmato e fortificato a livello caratteriale. Sotto l’aspetto tecnico devo molto al Torino per avermi insegnato veramente a giocare con i piedi quasi come un libero aggiunto.
L’anno scorso sei stato uno dei protagonisti, grazie ai tuoi interventi, dello scudetto vinto con la primavera del Torino. Cosa hai provato nel vincere un torneo così ambito?
Vincere un trofeo così prestigioso per questa categoria ovviamente è una sensazione incredibile. Li per lì non ti rendi conto dell’impresa che assieme ai tuoi compagni sei riuscito a compiere. Lo capisci, i mesi, gli anni dopo. Quando ti rendi conto che per ripetere una cosa del genere dovrai lavorare tanto e senza sosta. Auguro al Torino di potersi ripetere per confermare il lavoro fatto sin ora.
Quest’anno sei in prestito alla Pro Vercelli, cosa ti aspetti da questa stagione?
Da questa stagione mi aspetto soprattutto un’annata di formazione. La serie cadetta è completamente diversa dalla primavera. Devo sistemarmi dal punto di vista fisico e migliorare ancora molti aspetti. Non ho la presunzione di voler partire titolare, ma spero di potermi mettere in mostra presto.
Come ti prepari durante la settimana per arrivare al top la domenica?
A dire la verità non ho alcun tipo di preparazione particolare, cerco di restare il più sereno possibile a livello mentale e concentrare tutte le energie psichiche per la partita. Senza mai nulla togliere all’allenamento che è fondamentale per arrivare alla partita.
Che consigli ti senti di dare ai portieri giovani come te che intendono raggiungere categorie di un certo spessore?
Sembrerà una frase fatta, ma credere in sé stessi è davvero l’arma principale. Il ruolo del portiere è davvero complicato e basta poco per far sì che un giovane portiere perda la fiducia in sè stesso. Mister Vanoli mi disse una frase importante: “per essere i migliori bisogna sapere di essere forti ma bisogna avere l’umiltà di dimostrarlo”. Perciò qualsiasi cosa accada bisogna lavorare sodo per migliorare, tenendo sempre a mente il nostro valore.
Cosa vuol dire per te essere un portiere?
Essere un portiere vuol dire essere un punto di riferimento. Un portiere carismatico, trascina la propria squadra attraverso la serenità con cui guida, con cui gestisce le situazioni. Ma allo stesso tempo deve avere tanta personalità per farsi ascoltare. Perciò essere un portiere vuol dire essere l’ancora di salvezza per i propri compagni.
Quali sono le ambizioni o i sogni per il tuo futuro calcistico?
A dire la verità al futuro non ci penso, voglio solo pensare a crescere quest’anno in serie B e cercare di trovare il mio spazio. Il resto verrà da sé.
Conoscevi “Il Portiere” prima di questa intervista?
Si, mi capita spesso di dare un’occhiata alla vostra pagina Facebook!
Grazie Andrea!
a cura di Alberto Biasella