Cari amici de Il Portiere oggi abbiamo il piacere di intervistare Francesco Cotugno preparatore dei portieri del Tianjin, squadra cinese allenata dal campione del mondo Fabio Cannavaro.
Ciao Francesco, raccontaci un po’ la tua storia.
“Ciao a tutti, mi chiamo Franco Cotugno e sono nato a Napoli il 22/5/1965. Ho giochicchiato sui campi polverosi dell’allora serie C, un calcio diverso dove i portieri giocavano senza guanti e senza un preparatore. Un’altra mia grande passione è la lettura, ma di tanto in tanto mi diletto anche a scrivere.”
Quando è nata la passione per il ruolo del portiere?
“La passione per questo ruolo c’è sempre stata sin da piccolo, mentre tutti giocavano per fare goal io amavo tuffarmi ed evitarli. Noi portieri non viviamo di ingiurie o gratificazioni noi viviamo di sensazioni. “
Quando e dove hai iniziato ad allenare?
“La mia carriera da preparatore è iniziata nella Puteolana, io ero tesserato come giocatore ma mi proposero anche di rivestire questo ruolo. Successivamente sono passato al Giugliano dove una volta appesi gli scarpini al chiodo, mi sono dedicato al ruolo di preparatore dei portieri.”
L’anno scorso hai accettato la chiamata di Cannavaro per allenare i portieri del Tianjin, come giudichi il campionato cinese?
“L’anno scorso è arrivata la chiamata di Mister Cannavaro e mi sono trasferito in Cina. Il livello è discretamente alto, in serie B ci sono ottimi calciatori e gli stranieri aumentano il tasso tecnico. Noi avevamo Luis Fabiano ex attaccante della nazionale brasiliana.”
In Cina il ruolo del portiere è curato come in Italia? Spiegaci un po’ qual è la loro filosofia!
“In Cina ho portato le mie idee e i miei metodi di lavoro ma non in maniera invasiva. Ho trovato molta disponibilità e umiltà nell’apprendere una nuova filosofia di allenamento. Tecnicamente hanno molte lacune, non curano molto il ruolo ma ora che stanno aprendo il mercato agli allenatori di altre nazionalità stanno allargando il sistema e migliorando molto anche il livello di gioco.
Cosa pretendi dai tuoi portieri in allenamento e in partita?
“Dai miei portieri pretendo solo concentrazione e una rivalità sana e costruttiva. Il compito del preparatore è quello di far stare bene non solo fisicamente il portiere ma anche psicologicamente.”
Cosa vuol dire per te essere un portiere?
“Per me essere un portiere non è solo un ruolo ma è un vero e proprio stile di vita!”
Come inquadri il calcio nella tua vita attuale e futura?
“Il calcio per me è un lavoro, lo è da trentasei anni. Io come dico spesso, spero di morire in una porta con un pallone in mano e un paio di guanti!”
Conoscevi “Il Portiere” prima di questa intervista?
“Il Portiere lo conosco e lo seguo costantemente. Trovo molto interessanti le interviste che realizzate ai preparatori dei portieri e penso che il confronto e l’aggiornamento sono fondamentali per migliorarci.”
Grazie Francesco!
“Grazie a voi de Il Portiere per avermi intervistato, ciao!”